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Ciocco Banana Muffin Deluxe SuperVegan

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muffin ciocco bananaINGREDIENTI per 12 muffin

3 banane mature
150 g di farina integrale o semi integrale
52 g di olio di semi (mais o girasole)
100 g di zucchero integrale di canna
2 cucchiaini di lievito per dolci
(con cremor tartaro)
90 g di cioccolato fondente
60 g di nocciole
un pizzico di sale fino
vaniglia in polvere

PROCEDIMENTO

Trita il cioccolato fondente e le nocciole con un mixer e mettili da parte.
Frulla le banane con l’olio, lo zucchero, la vaniglia ed il sale.
In una ciotola, a parte, setaccia la farina e il lievito.
Preriscalda il forno a 175°.
Preparati uno stampo per muffin oliato e infarinato oppure dei pirottini di carta per muffin.
Unisci la farina al composto umido e mescola bene.
Versa il cioccolato e le nocciole nel composto e amalgama bene il tutto, prima di versarlo negli stampini, aiutandoti con un cucchiaio.
Inforna per circa 30 minuti.
Se vuoi realizzare questi muffin con un ripieno morbido al cioccolato, come ho fatto io, puoi sciogliere del cioccolato fondente a bagnomaria e inserirlo, con un cucchiaino, tra uno strato e l’altro di composto, mentre riempi gli stampini. Poi infornali.

Risultato super goloso garantito!

L’eccellenza della Pasticceria Vegan: Intervista al Maestro Pasticcere Emanuele Di Biase

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Emanuele Di Biase, pratese (classe ’75) con origini abruzzesi, è stato allievo del pasticcere campione del mondo, Luca Mannori, e a sua volta è cinque volte campione italiano di Pasticceria.

Da alcuni anni è capo pasticcere al Victory Cafè Pasticceria a Montemurlo in provincia di Prato.

Emanuele svolge il suo lavoro con passione e professionalità, è spesso presente ad eventi vegan (come il VeganFest) con workshop e cookingshow e conduce corsi di cucina, pasticceria e panificazione dimostrando, con i suoi insegnamenti, di come essere vegan non significhi rinunciare ai piaceri della tavola, ma anzi sia un arricchimento e un modo di gustarsi la vita nel pieno rispetto degli animali, dell’ambiente e di se stessi.

Negli ultimi tempi, grazie alla sua creazione del nuovo gelato 100% vegetale, tiene corsi in tutta Italia e anche all’estero per far conoscere ed insegnare come, con pochissimi ingredienti come farina di riso, acqua, zucchero di canna e fibre vegetali, si possa ottenere un gelato vegano non solo alla frutta.

Ha recentemente scritto la prefazione del libro Le ricette di VeganBlog.it

La Scelta Vegan: una Presa di Coscienza Consapevole

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“La dieta vegana esclude totalmente l’uso di prodotti animali e tutti i loro derivati, quindi carne, pesce, uova, miele, latte e latticini.”

Ecco… ll danno è già stato fatto alla prima frase…

Non so se ti sei già cimentato nella ricerca della definizione di cucina vegana o di cosa questa Scelta vuole esprimere.

Sta di fatto che la maggior parte delle volte questa è la prima frase che ti trovi a leggere quando fai delle ricerche che riguardano questo argomento.

Forse sì, hai sentito dire qualcosa da qualche amico o parente che si è avvicinato a questo modo di alimentarsi e ti parla solo degli innumerevoli benefici che ha riscontrato, quindi vorresti capirne qualcosa di più.

Perché hai sentito che è riuscito a migliorare o addirittura a guarire da piccoli o grandi disturbi che lo perseguitavano da anni, “solamente” cambiando modo di alimentarsi.

maiali impauritiOppure ti sei imbattuto in qualche filmato o foto che mostra scene di animali terrorizzati o uccisi ed ecco che dentro di te è scattato qualcosa che ti ha portato a fare questa importante Scelta: non sopporti più i maltrattamenti che gli animali subiscono, perché sono inutili e crudeli.

Quindi non vuoi più far parte di questo circolo vizioso che va avanti così da troppi anni.

Non so cosa ne pensi tu, ma la definizione che ho riportato all’inizio, fa venire in mente una sorta di lager nazista in cui questa fantomatica “dieta vegana” impone alle persone il divieto assoluto di mangiare questi alimenti.

Non ci siamo proprio.

piatto sorridenteLa prima cosa che è bene fare per avvicinarsi a questo meraviglioso mondo, purtroppo ancora troppo pieno di pregiudizi, è quello di cambiare un po’ la prospettiva delle cose.

Il termine vegan parte da una serie di considerazioni e prese di coscienza, che una volta interiorizzate, ti portano in modo molto consapevole e naturale (senza essere costretto) a decidere che per tutta una serie di ragioni che avrai modo di vedere in seguito, scegli responsabilmente di non mangiare più prodotti di derivazione animale!

Dire che “la cucina vegan esclude certi alimenti” e dire “io sono arrivato (in modo molto consapevole) a decidere che non voglio più cibarmi di certi alimenti”, a me suona in modo completamente diverso.

Tu cosa ne dici?

Allora passiamo a qualcosa di più interessante, parlando non di cosa priva, ma esplorando l’incredibile varietà e ricchezza che offre la cucina vegan!

Molto spesso passano messaggi sbagliati sulla dieta vegana: viene accusata di essere carente di alcuni nutrienti come proteine, ferro e calcio e quindi non viene ritenuta adeguata in ogni fase dello sviluppo umano.

Viene anche considerata triste, monotona e restrittiva in quanto, nell’immaginario comune, si mangiano pochi alimenti e poco gustosi.

“I vegani mangiano solo erba!”
Mai sentita? Suppongo di sì…

In realtà non è assolutamente così.

Ogni dieta mal bilanciata comporta delle carenze e seguendo qualsiasi regime alimentare è sempre bene avere una minima conoscenza dei nutrienti fondamentali e degli alimenti che li contengono.

Ecco perché il termine vegan racchiude in sé molti significati più ampi, tra cui:

  • Voler approfondire la qualità e la naturalità di quello che si mangia, conoscendone la provenienza e le qualità nutritive.
  • Ampliare le proprie conoscenze e imparare ad utilizzare tanti nuovi alimenti in maniera facile e veloce.

Ti chiedo: quante specie di animali sono ritenute generalmente commestibili?

E ti rispondo: poche se le rapporti alle centinaia di varietà di legumi, cereali, verdure, ortaggi, frutta fresca e frutta secca, noci, semi, alghe, ecc. che sono alla base di un’equilibrata e sana alimentazione vegana!

Avvicinandoci all’alimentazione a base vegetale, scopriamo una serie di alimenti interessanti anche sotto il profilo nutrizionale, che molti ancora non conoscono.

Fra questi il seitan, il tofu, il tempeh, il muscolo di grano, che sono solo alcuni esempi per quanto riguarda le fonti di proteine, ferro e sali minerali.

Il seitan ha origini antichissime, risalenti ai primi monaci buddisti giapponesi; è costituito in buona parte da glutine, la parte proteica e non solubile della farina di grano.

article 11 img 6Il tofu è diffuso sopratutto in Oriente e viene ricavato dalla cagliatura del succo estratto dai fagioli di soia e dalla successiva pressatura in blocchi o panetti (con caglio non animale, ovviamente). 

Il muscolo di grano invece è un prodotto tutto italiano, fatto con farina di grano e farine di legumi; questo lo rende ancora più ricco in varietà di proteine e più gustoso.

Se vuoi approfondire vai all’articolo: “La Scelta di Sostituire la Carne”.

Con la soia ed i suoi derivati si possono preparare moltissime cose: hamburger (veggie burger), cotolette, polpettine e qualsiasi altro piatto per chi si senta un po’ “nostalgico” nei confronti della carne.

piatto alghe 1Le alghe sono una miniera di sali minerali, anche queste diffuse più che altro in Oriente; ne esistono moltissime varianti, ottime per insaporire e danno quel sapore di mare che si pensa di perdere eliminando il pesce.

Per quel che riguarda il calcio, ne sono ricchissime le verdure a foglia verde e la frutta secca; quest’ultima, mangiata in quantità moderate ogni giorno, garantisce un ottimo apporto di acidi grassi come omega 3 e omega 6.

Di vitamine e minerali invece, ne sono ricchissime tutte le varietà di frutta e di verdura che andrebbe consumata seguendone la stagionalità.

Alla fine ciò che conta per avere una dieta completa, è variare spesso.

article 11 img 23Dunque spazio anche a diversi tipi di cereali o pseudo cerali, come: amaranto, avena, farro, frumento, grano saraceno, kamut, mais, miglio, orzo, quinoa, riso e segale.

Sono alimenti ricchi soprattutto di carboidrati, fibre, vitamine del gruppo B e vitamina E, nonché minerali, in particolare ferro, magnesio e selenio.

E come non parlare dei semi oleaginosi: una vera e propria miniera d’oro!

Ce ne sono di tanti tipi, ognuno con delle qualità specifiche: semi di zucca, di sesamo, di lino, di girasoledi papavero e molti altri.

Si tratta di alimenti poco utilizzati e conosciuti solo in parte, ma che andrebbero invece utilizzati di più, sia perché sono deliziosi, sia perché contengono importanti sostanze nutritive, soprattutto minerali, come il selenio (un minerale a potente azione antiossidante e che contribuisce all’integrità del sistema immunitario), il magnesio, il ferro, lo zinco.

I semi sono molto ricchi di grassi, tant’ è che sono utilizzati anche per ricavarne degli oli con cui possiamo ampliare ancora di più la varietà di sapori (i più conosciuti e usati sono quello di semi di mais, di girasole, di arachidi, mentre tra i più preziosi c’ è quello di semi di lino) ma poi ne esistono anche altri come l’olio di cocco, di riso o di canapa, ecc.

Poi i germogli, che sono i semi germogliati di cereali, legumi ed altre specie vegetali di cui si utilizza tutto: chicco e germoglio appunto. I germogli sono stati da poco scoperti anche da noi occidentali proprio per la loro grande ricchezza nutrizionale: facilissimi da preparare, dai sapori gustosi e svariati, i germogli sono una vera miniera di principi nutrizionali che costituiscono un fattore di prevenzione e di difesa dei processi vitali dell’organismo.

Questa è solo una veloce introduzione alle possibilità che offre questo stile alimentare, e non è che una minima parte.

Se vuoi approfondire di più i motivi del Perché avvicinarti a questa Dieta, vai all’articolo: Eccoti le 9 migliori Ragioni sul perché avvicinarsi all’alimentazione Vegan”.

Amore senza distinzione di Razza

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L’Amore non conosce distinzione di razza…

Amicizia, solidarietà, protezione dei più deboli, altruismo e generosità sono concetti che appartengono all’intero Regno Animale, anche tra individui di specie diverse. A volte anche tra predatore e preda.

Questo lo definirei proprio Un Amore Bestiale!! 😉

Risotto di Zucca con Cioccolato Fondente

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risotto ciocco zuccaIngredienti per 4 persone:

200 g di riso carnaroli
200 g di zucca (già pulita)
1 litro di brodo vegetale
Olio evo
Sale
½ bicchiere di vino bianco
1 rametto di rosmarino fresco
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di burro di soia
Cioccolato fondente in scaglie

Procedimento:

Tagliate la zucca a brunoise, e cuocetela a fuoco lento con aglio, il rosmarino intero, e un mestolo d’acqua. Mettetene un po’ da parte, il resto frullatela con un filo d’olio togliendo il rosmarino.

Scaldate l’olio in una padella e tostate il riso per qualche minuto, quindi sfumate con vino.
Bagnate di brodo e mescolate, continuate la cottura aggiungendo il brodo man mano.
A metà cottura unite la crema di zucca e quella in pezzi, infine mantecate col burro.

Versate il risotto nei piatti e decorate col cioccolato.

Olio di palma: ecco perché non ti consiglio di usarlo

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Se anche tu hai l’abitudine di controllare le etichette dei prodotti alimentari che acquisti, avrai sicuramente notato tra gli ingredienti  le diciture “olio di palma/palmisti” oppure la generica dicitura “oli vegetali” o “grassi vegetali”. Queste espressioni potrebbero nascondere, tra gli ingredienti, proprio quest’olio di provenienza esotica e sempre meno ben visto sia dal punto di vista salutistico che ambientale.

Pensa che nel 2007, con 28 milioni di tonnellate di produzione globale, era il secondo olio commestibile più prodotto, dopo l’olio di soia, ma che adesso potrebbe aver sicuramente raggiunto e superato.

L’olio di palma si ricava dai frutti dell’omonima pianta (principalmente Elaeis guineensis ma anche da Elaeis oleifera e Attalea maripa) originaria dell’Africa ed oggi coltivata nelle zone tropicali del continente americano e soprattutto in Malesia ed Indonesia.

article 5 img 33Dai frutti di questa pianta si ricavano due diverse tipologie di olio: l’olio di palma estratto attraverso la spremitura dei frutti della palma, denocciolati e cotti, e l’olio di palmisto ottenuto dai semi della palma essiccati, macinati e filtrati.

L’olio di palma  filtrato ha un colore rossastro grazie all’alto contenuto di carotenoidi ed è solido a temperatura ambiente. È solo dopo la raffinazione per bollitura che acquista un colore biancastro (perdendo però i carotenoidi) e viene così utilizzato nell’industria alimentare che tiene conto dei suoi bassi costi.

Va detto che l’olio di palma rosso, usato come tale nei paesi d’origine, è molto più salutare dell’olio di palma raffinato (incolore), per via dei molti antiossidanti in esso contenuti tra cui beta-carotene, squalene, vitamina A e E.

L’elevato contenuto di grassi saturi (in particolare l’acido palmitico), che può raggiungere anche il 50% nel caso dell’olio di palma e l’80% nell’olio di palmisti, lo rende semi-solido a temperatura ambiente e non è purtroppo compensato da un’adeguata presenza di acidi grassi polinsaturi benefici.

Gran parte dell’olio di palma che noi assumiamo attraverso i prodotti industriali, subisce un deterioramento: tutte le lavorazioni che subisce questo olio sono il principale fattore di rischio legato al suo consumo, per la nostra salute.

Diversi studi e gli stessi rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, affermano che ci sono prove convincenti che il consumo di acido palmitico aumenta i livelli di colesterolo nel sangue e porta a un maggiore rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.  

L’olio derivato dalla palma ha la capacità di promuovere la crescita delle placche aterosclerotiche all’interno delle arterie, che non dipende soltanto dal contenuto in colesterolo, ma anche e soprattutto dall’abbondanza di grassi saturi.

Tuttavia, secondo altri due rapporti pubblicati nel 2010 dal “Journal of American College of Nutrition”, l’olio di palma potrebbe essere un valido sostituto per gli oli vegetali parzialmente o totalmente idrogenati, che sono una fonte molto importante di acidi grassi trans.

Se vuoi saperne di più sui grassi idrogenati leggi l’articolo: La crudele verità sui grassi idrogenati che mangi ogni giorno senza saperlo.

L’olio di palma viene adoperato nei comuni prodotti confezionati, sia dolci che salati, tra i quali prodotti  da forno come crackers e grissini, ma anche merendine di vario genere e biscotti, senza contare alcune delle creme spalmabili più diffuse ed alcuni tipi di margarina, oltre che alcune basi pronte fresche o surgelate per la preparazione di torte salate, pizze, focacce e differenti tipologie di pietanze precotte o prefritte.

La sua presenza negli alimenti confezionati ed in quelli per bambini non interessa soltanto i comuni prodotti da supermercato, ma anche i cibi biologici, anche se ci sono marche che prendono le distanze dagli oli dannosi dichiarandosi completamente “palm oil free”.

È necessario dunque che tu ponga una particolare attenzione alle liste degli ingredienti in qualsiasi luogo tu acquisti un prodotto ed a qualsiasi marchio tu faccia riferimento.

La mia perplessità sull’uso dell’olio di palma non riguarda solo il suo largo impiego nell’industria alimentare e a livello cosmetico (creme, saponi e prodotti detergenti destinati alla cura della persona) ma il fatto di essere un olio molto versatile e disponibile sul mercato a prezzi contenuti rispetto ad altri oli vegetali maggiormente pregiati.

Ciò che ci dovrebbe spingere ad evitare il consumo di prodotti contenenti olio di palma è il fatto di voler proteggere la nostra salute e di diventare consapevoli che questo olio e la produzione industriale di esso è responsabile della devastazione delle foreste millenarie nei luoghi dai quali proviene.

L’immane distruzione di foreste incontaminate che sta avvenendo in Costa d’Avorio, Uganda e Indonesia – e non solo – in sostituzione delle piantagioni di palma è a causa della domanda crescente di un olio di cui il mondo potrebbe benissimo fare a meno, a favore di prodotti decisamente più salutari e sostenibili.

La grande industria alimentare, invece di fornire prodotti di qualità che non si basino dunque su ingredienti così scadenti dal punto di vista nutrizionale, è causa di un forte processo di inquinamento ambientale oltre che un grave danno alle popolazioni indigene che vogliono difendere questi territori che esse abitano da secoli.

L’olio di palma è una fonte calorica molto importante e costituisce un alimento basilare nelle comunità povere delle relative zone di produzione (Indonesia, Malesia, Africa Occidentale, Thailandia e Colombia).

article 5 img 7La coltivazione di palme da olio sta infatti prendendo piede sottraendo terreno a foreste dal valore inestimabile, comprese antiche foreste pluviali caratterizzate dalla presenza di ecosistemi unici al mondo.

La preparazione del terreno per la coltivazione delle palme da olio richiede interventi drastici fatti di incendi in grado di distruggere centinaia di ettari di foreste ogni anno in nome di necessità industriali sempre più frenetiche, contribuendo alla scomparsa di sempre più numerose specie vegetali ed animali, che si trovano improvvisamente deprivate del proprio habitat naturale.

Questa pratica provoca infatti la morte di decine di oranghi ogni settimana, per non parlare di elefanti, tigri e rinoceronti, tutte specie ridotte a poche centinaia di esemplari in una manciata di decenni a causa della distruzione del loro ecosistema.

Ti invito ad andare a guardare il film documentario “Green” di Patrick Rouxel.

Sono principalmente immagini e suoni che testimoniano la spaventosa distruzione della foresta pluviale in Indonesia e tutto ciò che questo comporta. Green è il nome della piccola femmina di orango, vittima della crudele deforestazione che si vede nelle scene iniziali.

Vengono abbattuti gli alberi, viene dato fuoco al terreno, uccisi animali per creare coltivazioni intensive di palme da olio.

article 5 img 41Sarà difficile porre rimedio a tutto ciò se agli interessi delle industrie che impiegano olio di palma non viene sostituita una sincera preoccupazione per le sorti del Pianeta.

Distruggere le foreste pluviali significa dire addio a dei veri e propri paradisi di biodiversità e a dei polmoni verdi che da millenni producono ossigeno necessario alla sopravvivenza di ogni forma di vita, compresa la nostra.

È probabilmente alla luce di tali considerazioni che anche nel nostro Paese è stato dato il via ad una campagna per dire “Stop all’olio di palma nel nostro cibo!”

Usare l’olio di palma al posto di quello extravergine di oliva, ci fa risparmiare qualche centesimo di euro al giorno, ma sicuramente non aiuta a migliorare la già grave situazione nei paesi in cui viene coltivata la palma da olio e non giova sicuramente alla nostra salute.

La nostra salute e il nostro ambiente valgono davvero pochi centesimi di risparmio al giorno?

Tofu alla Pizzaiola abbracciato da Zucchine grigliate

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involtini-zucchineUna delle ultime ricettine estive…(ma anche no) , sono questi deliziosi involtini di zucchina grigliata e tofu, reso accattivante da un mix di sapori che ricorda la pizza.

Fai bollire del tofu al naturale in panetto, per 10 minuti in acqua salata.

Lava e affetta una grossa zucchina per lungo, in modo da ottenere una decina di striscie di 3-4 mm di spessore.
Griglia le fettine pochi minuti per lato, e lasciale raffreddare.
Scola il tofu e schiaccialo con una forchetta in una ciotola con dei pomodori secchi, olio extravergine d’oliva, sale alle erbe, origano, dei capperi dissalati e se vuoi, una spolverata di lievito alimentare in scaglie.

Frulla tutto con un frullatore ad immersione finché ottieni un bella cremina compatta, di color arancione.

Se i pomodori sono molto secchi e duri, puoi farli bollire un paio di minuti nell’acqua di cottura del tofu, per ammorbidirli.
Metti un cucchiaino di crema di tofu su una delle estremità della fetta di zucchina e arrotolala fino in fondo.
Continua così finché le avrai farcite tutte.

La crema di tofu che avanzerà sarà deliziosa spalmata sul pane o su dei crostini.

Che ne dici? Ti è piaciuto?

Buon Veg appetito! 🙂

L’impegno di garantire il Rispetto degli Animali: Intervista alle Guardie Eco-Zoofile Oipa

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Il primo nucleo delle Guardie Eco Zoofile nasce nel 2002 a Milano.

Intervista ad Andrea ZamengoAttualmente le Guardie Eco-Zoofile OIPA sono presenti in 17 regioni con 62 nuclei provinciali attivi e sono diventate un punto di riferimento per tutti coloro che hanno a cuore il rispetto dei diritti degli animali.

L’importante ruolo delle guardie Eco-Zoofile permette una vigilanza costante che favorisce il rispetto delle Leggi, dei Regolamenti locali, nazionali ed internazionali in difesa degli animali, della fauna selvatica, dell’ambiente e del patrimonio naturale.

Oltre a intervenire in caso di maltrattamento di animali, le guardie Eco-Zoofile OIPA informando i cittadini svolgono anche un importante ruolo preventivo, riguardo alle norme vigenti in termini di benessere animale e sensibilizzando su tematiche protezioniste.

 

Fiori di Zucca in Pastella

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FIORI DI ZUCCA IN PASTELLA ( su spuma di rapa rossa )Ingredienti per 4 persone:

8 fiori di zucca
1 rapa rossa (grande)
sale

Procedimento:

Lavare i fiori di zucca senza recidere il gambo, passarli in pastella e friggerli.

Asciugarli in carta assorbente e metterli da parte.

Per preparare la spuma occorre sbucciare la rapa rossa, lessarla e a cottura ultimata frullarla e passarla al setaccio.

Inserire il composto in un sifone professionale. Agitare energicamente il sifone prima di usarlo.

Per impiattare spruzzare la quantità desiderata di spuma ed adagiare sopra due fiori di zucca e una foglia di basilico.

Gli Animali sono i nostri Maestri: Intervista a Paola Maugeri

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Paola Maugeri comincia la sua lunga carriera nel mondo della musica con Videomusic, poi Italia 1 con “Night Express” e Mtv con molti storici shows dell’emittente. Da sette anni parla di rock su Virgin radio.

Vegetariana da 34 anni e vegana da 16 anni, studia da tempo alimentazione naturale e macrobiotica.  Nel 2009 ha deciso di vivere per un anno impattando il meno possibile sull’ambiente, senza macchina, ne elettricità, ne riscaldamento, comprando solo frutta e verdura di stagione e senza comprare nulla che non fosse veramente necessario.

Dopo quest’esperienza il desiderio di raccontarla in un libro, esce così ”La mia vita a impatto zero“, che ottiene un grande successo.

Nel 2014 pubblica il libro di ricette vegane e filosofia del cibo ”Las Vegans”, che va in ristampa per ben 5 volte, diventando di diritto uno dei libri di ricette Vegan di riferimento in Italia.

Nel suo ultimo libro, pubblicato nel 2015 e intitolato “Alla Salute, mostra come preparare succhi e frullati verdi, e come questo sia un modo eccellente di consumare grandi quantità di frutta e verdura, per restare in buona salute.

RESTA CONNESSO

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